Il troppo stroppia, recita un famoso proverbio. Un detto popolare che descrive perfettamente l’album d’esordio degli Tomorrow’s Outlook, misconosciuti norvegesi autori di un heavy metal ricco di influenze. Fin troppe, perché quella che potrebbe rappresentare la migliore qualità di “34613”, si rivela però esserne il più grosso difetto. Tanta carne al fuoco nelle nove song (più vari intro, strumentali e cover) che vanno a comporre un album che miscela power, prog, momenti acustici al classico sound maideniano, che mal si sposa ad un cantato poco personale ed al limite dell’intonazione.

“Glass Mountain” è figlia del power teutonico di matrice helloweeniana, mentre la decisa “Gate To Freedom”, si rifà al heavy anni ’80, tra Savatage e Rage. Al di là di un suono di batteria “da fustino” ed un cantato poco convincente, anche gli altri strumenti, chitarre e tastiere comprese, svolgono un ruolo di mero accompagnamento, senza trovare il guizzo necessario per rendere interessante “34613”. Solo il lavoro di basso si presenta finalmente sopra le righe, ma un mix troppo sbilanciato lo rende, a tratti, indigesto. “The Eternal Dream” (ripresa in coda in versione ballad con Kiske alla voce) torna su lidi power, mentre “Liquid Scream”, con i suoi passaggi ritmati, ci ricorda il hard power di tanti gruppi derivativi degli Edguy, tipo Ghost Machinery e Olympos Mons. I Tomorrow’s Outlook non hanno ancora trovato una propria dimensione, questo è certo, e “34613” sembra un accozzaglia di canzoni suonate da band differenti tra loro ed in tempi diversi, più che un album vero e proprio, talmente è eterogeneo.

A volte non basta avere tante idee per dare vita ad un disco convincente. Gli Tomorrow’s Outlook infilano in questa manciata di song tutto ciò che gli è passato per la testa in fase compositiva, senza un minimo di costrutto, incollando il tutto e confezionandolo in questa opera prima decisamente sbiadita, dal titolo altrettanto poco accattivante di “34613”.


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